Crioconservazione degli
ovociti (social freezing)
Crioconservazione degli
ovociti (social freezing)
La crioconservazione degli ovociti, o social freezing, può essere considerata la nuova frontiera della fecondazione. Tante donne, oggi, per impossibilità o per scelta si trovano a posticipare il progetto di un figlio: da chi deve fare un intervento che può incidere sulla fertilità a chi ha la necessità di sottoporsi a chemioterapia per tumore, dalle donne che contano casi di menopausa precoce in famiglia, fino a chi attende di trovarsi nelle condizioni giuste, dal punto di vista economico e affettivo, per pensare a una famiglia. Ecco di che cosa si tratta.
Che cos’è il social freezing?
Il social freezing consiste nella crioconservazione dei gameti femminili: l’obiettivo è avere maggiori probabilità di concepire in futuro ricorrendo alle procedure di procreazione medicalmente assistita, qualora non si riuscisse ad avviare una gravidanza spontaneamente.
Come capire se vale la pena ricorrervi?
Occorre tener presente 3 importanti marcatori:
L’età della donna influenza tutti questi marcatori perché col passare degli anni la qualità degli ovociti peggiora.
Questo significa che per avere le stesse possibilità di concepimento servirà un numero maggiore di gameti femminili
Quali sono le probabilità di successo?
Fino ai 36 anni, raccogliendo 8-10 ovociti, si avranno il 40-60% di possibilità di portare a termine la gravidanza in futuro. Dopo i 36 anni, invece, congelando lo stesso numero di cellule uovo, si avrà una percentuale del 20-30%. Dopo i 36-38 anni, è più difficile raccogliere con una sola stimolazione ovarica la giusta quantità di ovociti. Potrebbero, quindi, servire più stimolazioni.
Congelare un numero adeguato di ovociti è molto importante per un esito soddisfacente dell’operazione in quanto non tutti sopravvivono e non tutti si fecondano. L’ovocita è molto delicato e poco resistente e non tollera bene lo stress dello scongelamento in contrasto con gli spermatozoi e gli embrioni.
Quali possono essere gli effetti collaterali?
Eventuali sintomi possono essere legati alla stimolazione ovarica, ma con i farmaci oggi a disposizione sono praticamente inesistenti. Tantissimi lavori pubblicati hanno dimostrato che non esiste alcun rischio aumentato di insorgenza dei tumori (né al seno, né dell’ovaio, né dell’utero).
Dove si pùo fare?
Il laboratorio di FIVET della clinica privata REA ad Atene è uno dei più moderni e attrezzati nel mondo intero. Ha tutte le certificazioni necessarie e un’ esperienza importante sul settore.